Nel nostro post sulla Pandemic fatigue da Covid 19 abbiamo descritto la sensazione di stanchezza e sfinimento dovuti a uno stress prolungato determinato da questo terribile Coronavirus. Abbiamo messo in evidenza che si tratta di una reazione naturale, ma che lo stato di crisi non è sempre facile da gestire in termini di controllo emozionale e di disagi psico-emozionali associati. Subentra inoltre frequentemente un malessere profondo derivante dalla sensazione di perdita di controllo sulla propria vita, di deprivazione e di costrizione.
Sono dunque da mettere in conto effetti come paura e ansia (di ammalarsi e anche di non riuscire a vaccinarsi in tempi rapidi), frustrazione, rabbia, insofferenza, visione cupa e pessimistica del futuro, instabilità emotiva, ma anche stati di sofferenza più conclamati come depressione, crisi di panico, insonnia, ossessioni e fobie.
Siccome questo fenomeno è caratterizzato da una sensazione che ha facce multiple, per fronteggiarlo occorre considerare due azioni tra loro interconnesse da mettere in atto, una a livello politico-sociale e organizzativo e l’altra a livello individuale. Come chiarisce l’OMS, per attenuare l’impatto di questa “fatica” e ridurre i rischi dovuti al virus occorre che “chi è ai vertici” attui alcune strategie chiave, riconoscendo le rilevanti e mai sperimentate difficoltà della situazione.
Occorre tener conto delle fasce/categorie della popolazione maggiormente colpite, coinvolgendo le persone nella ricerca delle soluzioni più adeguate, riconoscendo le difficoltà della situazione e l’impegno che la stragrande maggioranza ha messo in atto. Da più parti si continua a sottolineare inoltre la necessità di trasparenza nel motivare le ragioni delle scelte, delle raccomandazioni e delle restrizioni, così come un efficace coordinamento nelle azioni, comunicazioni e decisioni.
A livello individuale una raccomandazione utile è quella imparare a vivere il presente e a valorizzare scelte e azioni che possono aiutarci a fronteggiare la pandemia in attesa che l’emergenza finisca. Il Covid può diventare un’occasione per esercitarsi ad essere resilienti, ad affinare la nostra capacità di fronteggiare la situazione in cui siamo costretti a vivere, riorganizzando positivamente la propria vita quotidiana e imparando a gestire in modo efficace lo stress e la frustrazione.
Occorre tener conto che è utile farsi aiutare anche attraverso brevi percorsi di Counseling individuale (si veda il nostro post) per favorire la propria autostima e divenire più empowered, cioè più capaci di intervenire attivamente nella propria vita aumentando il senso di padronanza e controllo nei confronti del proprio mondo interno e di quello esterno.
Nelle aziende e imprese i manager e chi ha la responsabilità del coordinamento delle Risorse Umane hanno un ruolo importante nel contribuire a ridurre gli effetti della fatica da pandemia. Possono attivare sia percorsi personali di Counseling, sia percorsi formativi specifici, entrambi finalizzati a fornire la capacità nell’essere più resilienti, nell’avere maggior fiducia in se stessi e nel ricercare soluzioni innovative e creative anche nello svolgimento dello Smart Working. Come sottolineato da più parti, lo Smart Working richiede di essere capaci di gestire le relazioni da remoto e di riorganizzare i propri compiti, ma anche di ottimizzare tempo ed efficienza secondo una modalità agile e flessibile. Impresa non facile soprattutto per le donne, che devono fronteggiare il grosso carico determinato dal conciliare il lavoro con le attività domestiche e di cura.
dinogiovannini@studiopm.srl
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